Il Tè e la dieta mediterranea come protezione per il fegato
Il tutto parte da una ricerca scientifica sulla cirrosi epatica. I risultati dello studio internazionale che ha coinvolto 300 persone in Usa e Turchia sono stati presentati oggi al congresso dell’Associazione europea degli studi sul fegato (Easl) a Parigi.
Hanno dimostrato che, sia le persone con cirrosi compensata sia quelle con cirrosi scompensata, turchi, risultano essere più sani, rispetto ai pazienti statunitensi dello stesso tipo e questo sarebbe dovuto alla loro alimentazione ed al consumo regolare di Tè
Bere Tè abbinandolo ad una buona dieta mediterranea aiuta il fegato e predispone ad un maggior benessere.
Lo studio presentato da Bajaj ha reclutato tre gruppi di individui negli Stati Uniti (157) e in Turchia (139): persone sane come controllo, pazienti ambulatoriali con cirrosi compensata e pazienti ambulatoriali con cirrosi scompensata. Tutti sono stati sottoposti all’analisi del microbiota (di alimenti e di feci) e quelli con cirrosi epatica sono stati seguiti per almeno 90 giorni in modo da raccogliere dati sui ricoveri non elettivi. La popolazione americana tendeva a seguire una dieta ‘occidentale’, con un consumo relativamente basso di alimenti fermentati (yogurt, ad esempio), mentre il gruppo turco mangiava in stile mediterraneo, con un’alimentazione ricca di verdure, cibi fermentati ed un costante consumo di Tè.
Dalle analisi realizzate il microbiota intestinale dei pazienti turchi risultava significativamente più vario rispetto alla coorte degli Stati Uniti e, in questo, non vi era alcuna differenza tra le persone sane e quelle con cirrosi epatica in Turchia. Al contrario, nella coorte degli Stati Uniti, la diversità era più alta nel gruppo di controllo e più bassa tra quelli con cirrosi scompensata: caffè, Tè, verdure, cioccolato e alimenti fermentati ‘predicevano’, in pratica, una maggiore diversità. “Si tratta del primo studio a confermare un legame tra dieta, diversità microbica ed esiti clinici nella cirrosi epatica”, ha detto Bajaj aggiungendo che “sono necessarie ulteriori ricerche per valutare se le modificazioni dietetiche possono migliorare sia la diversità microbica che i risultati clinici in questi pazienti”.
“Questo studio – commenta Annalisa Berzigotti, dell’Università di Berna e componente del board dell’Easl – ha una grande importanza perché dimostra che la dieta mediterranea ricca di antiossidanti ha un effetto protettivo non solo nelle prime fasi della malattia epatica cronica, ma anche in quelle più avanzate”.
Fonte: adnkronos.it