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Del tè non si butta via niente. Il mito del Tè Bancha
Del tè non si butta via niente. Il mito del Tè Bancha
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Tè Bancha 336.67€ al kg
Il mensile Starbene, sull’ultimo numero (dicembre 2020), ha dedicato uno speciale sul tè e gli infusi, intervistando il professor Marco Bertona. Dello speciale, quello che ci ha colpiti maggiormente, è un box dedicato al Tè Bancha, in cui Bertona fa delle dichiarazioni molto interessanti, decisamente contro corrente, che meritano di essere approfondite.
Protagonista indiscusso della cucina macrobiotica – ideata in Giappone negli anni ’50 da George Ohsawa – il Tè Bancha è diventato popolare per le sue proprietà dimagranti e disintossicanti. Vere o presunte?
«Il Tè Bancha non è più salutare delle altre tipologie di tè, né fa scendere rapidamente l’ago della bilancia», avverte il professor Bertona.
«Innanzi tutto il Tè Bancha è di tradizione giapponese ed appartiene alla categoria dei tè verdi. Il termine giapponese Bancha, applicato al tè, implica anche l’idea di un “tè tardivo” e in Giappone, questa tipologia di tè, è ritenuta la meno pregiata, tant’è che è poco considerata dai consumatori nipponici.
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Tè Bancha 146.67€ al kg
Il Tè Bancha trova invece molto consenso nei Paesi occidentali, dove si è diffuso grazie alla dieta macrobiotica.
La tipologia di Bancha più consumata qui in occidente è quella prodotta dalle foglie di tè raccolte nel periodo autunnale, quindi il raccolto più tardivo, l’ultimo dell’anno. Queste foglie sono molto fibrose, spesso provenienti dai tagli delle potature, e il tè prodotto non offre quelle esperienze sensoriali – in particolare quelle aromatiche – che solo i tè giapponesi di qualità, quelli prodotti con i teneri germogli dei raccolti primaverili, sanno esprimere.
Oltre al Bancha, un altro tè giapponese molto diffuso negli ambienti macrobiotici e salutistici in generale, è il Kukicha. Questo tè è composto unicamente da rametti, piccioli, venature, rotture di foglie, ossia i residui di produzione di altri tè, ma anche del restante delle potature.
Sia il Bancha sia il Kukicha si possono trovare in commercio anche nella versione tostata. Questa tostatura, oltre a conferire le note aromatiche tipiche, ha la funzione di coprire le sensazioni amare e astringenti dei tè in questione, rendendo così più piacevole l’esperienza sensoriale per il consumatore. In questo caso i tè prendono il nome di Hojicha».
Fonti: AssoTè & Infusi Italia