Il tè nel segno dell’altruismo
Resoconto sul VII Raduno Internazionale del Tè Wuwo Hangzhou Xinchang – Tiantai. 16-21 ottobre 1999
LIVIO ZANINI
Articolo pubblicato in Tian Tan, n. 2, aprile 2000
C’era qualcosa d’insolito la mattina del 16 ottobre 1999 nel parco del “Canto dei rigogoli tra i salici e le onde”. Una delle dieci famose vedute del bellissimo Lago Occidentale, sulle cui sponde sorge la città di Hangzhou, il parco a quel’ora viene normalmente frequentato da anziani signori che appendono le gabbie con gli uccellini ad un albero per farli cantare e prendere aria. Quella mattina, tuttavia, da alcuni autobus aveva iniziato a scendere una moltitudine di persone, tra cui spiccavano intere scolaresche di bambini schiamazzanti e signore cinesi e non, addobbate in coloratissimi abiti tradizionali, che si portavano appresso piccole borse e zainetti. Sul prato, seguendone il contorno, erano state preventivamente sistemate oltre cinquecento bandierine numerate per formare dei cerchi concentrici.
Prima di entrare nell’area, ognuno ha infilato la mano in uno scatolone per trarne un biglietto con un numero ed è andato a cercare la bandierina corrispondente; ha estratto dalla borsa una piccola stuoia, alcune tazzine, teiere, un vassoio e un termos pieno d’acqua bollente, e li ha poi disposti con cura per terra di fronte alla bandierina.
Nulla di strano! In quella mattina baciata dal sole, al parco del “Canto dei rigogoli tra i salici e le onde” erano arrivati appassionati del tè provenienti da varie parti della Cina, Taiwan, Giappone, Corea e Singapore, per dare vita ad un grande raduno del Tè Wuwo. Dopo una prima fase piuttosto animata, in cui i partecipanti si sono aggirati per il prato per ammirare gli strumenti da tè altrui, scambiare qualche chiacchiera e fare delle foto, gli organizzatori hanno dato l’annuncio dell’inizio della preparazione. Le persone sono ritornate ordinatamente tutte ai loro posti e si sono inginocchiate sulla stuoia. Quasi per incanto il fragore della folla è scemato e nell’aria si poteva udire solo il sibilo del vento che piegava le esili fronde dei salici e il quasi impercettibile frangersi delle onde del lago; anche i curiosi ai margini del prato avevano interrotto ogni commento e si erano messi ad osservare silenziosi che cosa stesse succedendo. Lo schema del raduno prevede che ogni partecipante debba preparare quattro tazze di tè, tre per essere offerte alle tre persone sedute alla propria sinistra e una per se stessi: in questo modo ciascuno ha la possibilità di berne di quattro tipi diversi. Con grande compostezza e maestria i partecipanti travasavano la bevanda bollente da un contenitore all’altro, si alzavano per andare a servirla e poi tornavano al posto per degustare la propria e quella nelle tazze deposte davanti a loro.
Nessuno parlava.
La comunicazione era limitata a sguardi, inchini e, soprattutto, al tè, sotto il cui segno quel giorno erano tutti riuniti. In tutto si sono servite tre infusioni. Dopo l’ultima, è seguita l’esecuzione di un brano di musica tradizionale cinese che segnava la fine dell’incontro; la gente e andata a riprendersi le proprie tazze, ha messo via gli strumenti ed è tornata agli autobus lasciando il prato sgombro da ogni oggetto. Questo grandissimo e particolare “tea-party” tenuto all’aperto è stato il momento centrale del VII Raduno Internazionale del Tè Wuwo inaugurato il giorno precedente presso il Museo del Tè Cinese di Hangzhou con una cerimonia di apertura ufficiale ed alcune esibizioni di arte del tè da parte delle delegazioni partecipanti. Nei giorni successivi le attività sono proseguite nelle contee di Xinchang e Tiantai, dove erano state organizzate anche alcune visite presso le coltivazioni di tè e i famosissimi templi buddisti della zona.
Ma che cos’è concretamente un raduno del tè Wuwo? Ciò che viene descritto sopra: una forma di cerimonia del tè collettiva in cui tutti partecipanti preparano, offrono e sorbiscono la bevanda. II termine cinese Wuwo (wu “non esistenza”, wo “io, ego”; in giapponese muga) ha diversi significati, che vanno da quello di assenza di egoismo (Confucio, Lunyu, 9, 4), a rinuncia e superamento della propria identità di individuo per entrare in armoniosa fusione con il mondo esteriore, fino a quello di negazione dell’esistenza della realtà soggettiva (wo come traduzione del sanscrito Atman) nell’ambito della speculazione buddista.
All’interno di questo particolare incontro per il tè, tale concetto di mancanza di ego si traduce nella realizzazione dei cosiddetti sette “spiriti” della cerimonia del tè Wuwo:
1. mancanza di distinzioni sociali: i posti sono sistemati a cerchio e vengono assegnati a sorte.
2. spirito di rinuncia alle ricompense: si offre il tè alle persone alla sinistra ma si riceve il tè dalle persone alla destra.
3. apertura mentale: bisogna cercare di apprezzare il tè che ci viene offerto anche se non ha un gusto familiare.
4. mancanza di discriminazioni tra scuole e regioni: ogni partecipante è libero di scegliere il tipo di tè e gli utensili che intende impiegare.
5. impegno al miglioramento di se stessi: ognuno cerca di preparare il proprio tè al meglio, mantenendo al contempo un atteggiamento positivo nei confronti del tè che gli viene servito.
6. osservanza del programma comune del raduno: non esiste un maestro di cerimonia; ognuno è attore e tenuto a rispettare la scaletta.
7. crescita di un’intesa armoniosa fra i partecipanti: conoscendo tutti lo schema e i principi della cerimonia Wuwo, si crea una sintonia di intenti che non richiede la comunicazione verbale.
L’iniziatore e codificatore di questa attività, nata nel 1990, è stato il Prof. Tsai Rong-tsang (Cai Rongzhang), al tempo direttore del Centro dell’Arte del Tè Lu Yu di Taipei e in questa occasione a capo della delegazione taiwanese.
Negli intenti di chi ha creato e si impegna a diffondere questo tipo di cerimonia, essa vuole essere un modo per innalzare la sfera spirituale delle persone, favorire un clima di armonia tra esse e stimolare lo sviluppo e la divulgazione della cultura del tè.
Questo semplice infuso, condiviso è apprezzato da tutti i popoli della terra, è la bevanda che più di ogni altra può dar vita ad un ideale di convivialità globale. La cerimonia del tè Wuwo vuole essere un modo per esaltare questa valenza del tè: non è un rito religioso, ma piuttosto una attività ricreativa e ludica, un modo per avvicinarsi agli altri condividendo il piacere che si trae dalla preparazione e degustazione di tale bevanda.
II raduno viene tenuto ogni due anni a rotazione tra i paesi che partecipano all’iniziativa e, in meno di un decennio, è diventato uno degli appuntamenti più importanti per gli appassionati del tè dell’Asia orientale. Si auspica una sempre maggiore internazionalizzazione dell’attività, con la speranza che al prossimo appuntamento in Giappone nell’autunno del 2001, vi sia una cospicua partecipazione anche da parte di delegazioni provenienti dai paesi occidentali.
Fonte: Associazione Italiana Cultura del Tè, link all’articolo originale.