Facciamo chiarezza su cosa dice l’accademia della crusca sulla Parola “Tè”
L’abitudine sempre più comune, da parte dei giornalisti, di prediligere il titolo clickbait (acchiappa click) ad un serio approfondimento dei contenuti, porta gli appassionati di Tè ad imbattersi in molti articoli basati sull’immaginario collettivo dal forte impatto emotivo invece che su una seria analisi dei fatti.
Avevamo già trattato la questione pubblicando una discussione apparsa sul blog dell’associazione italiana del Tè che ci sembra tutt’ora la risposta più corretta sull’argomento.
Se ve lo siete persi cliccate qui.
Ultimamente mi è capitato di leggere articoli come questo o di avere una scambio di opinioni con dei nostri lettori e questo mi ha portato a pensare che fosse opportuno fare un po’ di chiarezza su questo tema.
Innanzi tutto stabiliamo quali siano le grafie straniere e quali quelle italiane della nostra bevanda preferita, perché sembra strano ma la cosa non è assolutamente chiara:
ITALIANO:
Tè: grafia più usata e da preferirsi alle altre
The e Th(è): grafie meno diffuse derivanti dalla grafia francese che è alla base dell’etimologia della parola italiana
STRANIERE:
Tea: Inglese
Th(é): Francese (importante la differenza dell’accento rispetto all’equivalente italiano)
Thee: Olandese
Chá: Portoghese
茶: Cinese
Le grafie straniere sono tutte corrette da utilizzare, se il contesto linguistico del testo ne prevede l’uso.
Riguardo le parole italiane cosa dicono i dizionari e soprattutto l’accademia della crusca?
I dizionari italiani tra cui il Garzanti, l’Hoepli, il Nuovo De Mauro, il Sabatini-Coletti o il Treccani sono tutti concordi, la grafia più utilizzata è “Tè” mentre sono meno diffuse The o Thè, la dicitura “meno diffuse” sottintende che esse non siano scorrette (ma appunto solo meno diffuse ndr).
L’accademia della Crusca più volte interpellata dall’associazione Italiana del Tè (ADeMaThè) non si è mai espressa ufficialmente sull’argomento, l’unico accenno all’annosa questione lo troviamo nella pagina dedicata all’uso degli accenti in italiano dove è scritto chiaramente: ‘‘tè indica la bevanda (ed è preferibile a the e thè)”. Anche qui si può notare l’uso della parola “preferibile” che non denota un errore nell’uso delle altre due grafie meno diffuse ma suggerisce l’uso di quella più comune citandola, appunto, come una preferenza.